FIRENZE – Una lettera pubblicata su “Ok!Mugello” giornale online, scritta da un lettore che si firma Fabio e che pubblichiamo, ha suscitato l’indignazione di chi va in bici e ama il ciclismo con inevitabile e giusta reazione del presidente del Comitato Regionale Toscana Saverio Metti. Questa la lettera ed a seguire la risposta del presidente.
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Il ciclista è una specie umana comparsa nei primi dell’800 che ha proliferato per oltre un secolo quando le strade erano acciottolati polverosi (o al massimo selciati) per pedoni e cavalli. Non dotati di freni, ebbri per la velocità, al grido “LARGO AL VELOCIPEDE!” i primi ciclisti seminavano il panico.
Pedoni contusi e cavalli imbizzarriti le prime vittime di questi amanti del brivido della velocità e nuovi infestanti padroni delle vie di comunicazione.
Con lo scorrere del tempo, dopo quasi un secolo, fecero la comparsa le automobili.
I velocipedi, come il rovo trinciato o la vitalba estirpata o l’edera potata, persero vigore e lasciarono spazio loro malgrado ai nuovi mezzi dotati di motori a scoppio. Con gli anni (secondo dopoguerra), a beneficio dei mezzi motorizzati assurti a simbolo del progresso sociale ed economico, furono poi inventate strade asfaltate che consentirono maggior comfort di marcia e maggiori velocità di percorrenza, portando maggiori scambi di merci e di persone, sviluppo sociale ed economico, viaggi di massa più confortevoli.
I ciclisti, come ogni infestante che si rispetti, trovarono presto comodo smettere di percorrere acciottolati e selciati per trovare strada facile e viaggiare su lisce e scorrevoli lingue di asfalto inventate per auto e camion. Come il germoglio del rovo o di vitalba, come il primo virgulto di edera, che si avventurano cercando nuovi spazi da occupare sul pulito, per poi riempirli di pruni e di vegetazione inaccessibile, così dunque i ciclisti.
Ed eccoli dopo due secoli riprendere possesso della strada, avvolti in ridicole vesti di latex, attillate e multicolor che nemmeno delle Drag Queen, a mostrare muscolature scolpite dalla fatica o avvolgere trippe portate flaccidamente in giro a batteria.
Sempre attenti a guadagnare in efficienza energetica, per meglio fendere l’aria si depilano come trans di Rio de Janeiro. Ripieni di sé, presi dalla propria missione salvifica, pretendono piste ciclabili dedicate senza usarle, propongono ed ottengono dalle amministrazioni comunali cartelli “rispettami viaggia a 1,5m da me”, passano col rosso, non si fermano a dare precedenza ai pedoni per la fatica di ripartire. Categoria di privilegiati, viaggiano su strade asfaltate pagate coi bolli e imposte provinciali altrui, viaggiando senza targhe, senza pagare bolli nè assicurazioni.
Quando poi partecipano in folti gruppi a gare e competizioni ciclistiche, per una gran parte si bombano di ogni tipo di pillole, bevande e gel anche illegali, unica categoria per cui la droga è liberalizzata, con le autorità che mestamente evitano controlli per non riempire Sollicciano con una retata durante una gara.
Tornati dunque padroni delle strade altrui, si godono le belle giornate e proliferano più dei topi.
Al grido “salviamo il mondo”, “inquiniamo di meno” con vesti in latex petrolifero mica cotone, biciclette a batteria viaggiate su navi cargo a olio pesante dalla Cina o dal Vietnam ce la danno a bere, avvolgono le nostre teste coi loro mantra ambientalisti e soffocano le bocche di chi la pensa diversamente.
Come il rovo o la vitalba o l’edera lentamente risorgono dal trinciato e nuovamente avvolgono alberi e case e li soffocano col loro verde messaggio asfissiante.
Fabio
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E questa la risposta del presidente del ciclismo toscano Saverio Metti.
Egr. redazione di Ok!Mugello , mi presento sono Saverio Metti, presidente del Comitato regionale toscana federciclismo.
Stamani sono venuto In possesso di un articolo pubblicato inerente ai ciclisti che, devo essere onesto mi ha prima sorpreso e dopo gravemente deluso ed indignato.
Un articolo che Voi chiaramente attribuite a un vostro lettore con il quale avete fatto un copia incolla che onestamente credo NON rispecchi una redazione seria come la Vostra.
Il Nostro mondo ha tanti problemi, in parte dovuti alle Difficoltà che tutto lo sport sta vivendo unite alle difficoltà del traffico e delle Condizioni stradali del nostro tempo, che stiamo pagando già a caro prezzo. Ciclisti investiti, e ammazzati da macchine e veicoli che non hanno la pazienza di aspettare 5 minuti o rispettarli quando li superano.
E questa spirale viene incitata da questi articoli che rendono i ciclisti quelli cattivi, che ingombrano la strada togliendo il diritto sacrosanto di percorrere delle strade a coloro che ne hanno diritto al pari delle Auto dei camion e delle Moto.
Che poi portano agli episodi di domenica scorsa accaduti nella gara dilettanti “ Lanciotto Ballerini “ di Campi Bisenzio in cui un motociclista non poteva stare dietro la gara ed ha forzato la scorta superando tutta la carovana mettendo in pericolo tutti corridori ed addetti ai lavori. Ovviamente abbiamo preso provvedimenti denunciando alla prefettura tale avvenimento.
Questo qualunquismo che leggo nell’articolo, oltre ad essere condito di tanta maleducazione usa termini offensivi con riferimenti a figure volgari che, se mi consentite il ciclismo non ha e non ha mai avuto.
Il ciclismo è educazione, rispetto, dedizione, fatica, abnegazione e tanta passione quindi ci offende essere trattati in questo modo. Probabilmente nel Mondo di oggi sono caratteristiche fuori “tempo“ ma che al Contrario andrebbero ritrovati e valorizzati soprattutto per le Nuove generazioni. Ovviamente anche noi abbiamo la Nostra percentuale che non rispetta le regole di circolazione ed educazione e infatti stiamo lavorando per educare.
Ma il nostro sport che ha fatto grande l’Italia nel Mondo, è una delle migliori discipline sportive che toglierebbe obesi, problemi cardiaci e ridurrebbe quindi le spese della sanità, anziché incrementare problemi viene brutalizzata è trattata come il Peggiore degli sport. Non ci stiamo più, perché in giro per il Mondo il cicloturismo ed il ciclismo è divenuta una eccellenza in termini di educazione stradale e di economica legata al turismo, con nazioni che vivono sul ciclismo pur non avendo a disposizione il territorio e le tradizioni che abbiamo noi, ma hanno l’educazione civica …. Ahimè che oramai qua in Italia è stata sostituita dal qualunquismo e dal populismo dilagante.
Mi piacerebbe incontrare questo sig. Fabio per potergli spiegare quanto sta dietro ad una bici ed al suo ciclista che la guida, probabilmente servirebbe ad entrambi e soprattutto servirebbe al nostro mondo in generale dove troppo spesso i social e i nuovi mezzi di
Comunicazione hanno consentito a chiunque di sparare sentenze gratuite.
Vi chiedo di darmi lo stesso spazio che avete deciso di dedicare al vostro lettore in modo che le Informazioni siano le più chiare possibili. Rimango poi a disposizione di tutti coloro che vogliamo un confronto”
Addetto stampa C.R.T. Antonio Mannori