Franco e Alfredo

Franco Ballerini
Nato a Firenze l’11 Dicembre 1964, era sposato con Sabrina e aveva due figli, Gianmarco e Matteo.

Cominciò a correre all’età di 7 anni nella scuola di ciclismo al Motovelodromo delle Cascine (Firenze) diretta da Marcello Conti. Nella categoria giovanissimi si impose in 31 corse. Il primo successo da esordiente nel 1978, al Gp Le Sieci di Pontassieve (Firenze).

Poi 7 vittorie tra gli allievi e altrettante da juniores, categoria nella quale esordì in maglia azzurra, conquistando il quinto posto al Mondiale su strada, disputato proprio a Firenze. Otto invece le affermazioni nelle tre stagioni da dilettanti, prima del passaggio tra i professionisti, nell’86, con la maglia della Magniflex-Centro-scarpa.

La prima affermazione il 23 agosto 1987 alle Tre Valli Varesine, l’ultima il 12 Aprile 1998 alla Parigi-Roubaix, dove 3 anni dopo, il 15 aprile, chiuse la carriera. Poche settimane più tardi, il 27 luglio, venne nominato commissario tecnico dei professionisti.

Nel 2008 la promozione a direttore tecnico generale per il coordinamento delle attività delle squadre nazionali. (www.francoballerini.it)

Alfredo Martini
«Non un campione (7 vittorie in tutto, concentrate fra 1946 e 1951) ma uno che andava su tutti i terreni, tranne che a cronometro. Un giorno in maglia rosa, da Brescia a Vicenza, nel 1950. Ma attenzione ai piazzamenti: in quella famosa Cuneo-Pinerolo del 1949, dopo Coppi e Bartali c’è lui. E terzo alla fine del Giro del 1950. Dopo Koblet e Bartali, c’è lui» (Gianni Mura).

«Con lui scompare l’ultimo grande interprete e testimone del ciclismo eroico a cavallo della Seconda guerra Mondiale. Aveva cominciato a correre in bicicletta nel 1936, gareggiando tra i professionisti dal 1941 al 1957: dieci le vittorie in carriera e un podio nel Giro d’Italia 1950, dietro a Koblet e Bartali. Vinse una tappa nella sua Firenze e vestì la maglia rosa.

Un Giro l’avrebbe conquistato come ds di Pettersson nel 1971 sull’ammiraglia del team Ferretti. Le straordinarie qualità di Martini come tecnico emersero tuttavia negli anni da ct della Nazionale italiana (1975-1997): vinse con Moser (’77), Saronni (’82), Argentin (’86), Fondriest (’88) e Bugno (’91-’92), e conquistò anche 7 argenti e 7 bronzi. Per tutti era e resterà sempre il citì»